L’idea di utilizzare il ferro nell’edilizia non è certo recente. Ad Agrigento nel V secolo a.C. gli architetti greci già utilizzavano barre di ferro come rinforzo nelle varie costruzioni architettoniche. Nello stesso secolo ad Atene, l’architetto Mnesicle nella costruzione dei Propilei, la grande porta dell’Acropoli, utilizzò delle sbarre di ferro che inserì nelle scanalature del marmo per rinforzarlo.
Barre e catene di ferro sono state usate saltuariamente per tenere in piedi arditissime opere architettoniche nel corso dei millenni successivi: gli esempi più celebri si hanno certamente nella famosa cupola di S. Sofia a Costantinopoli (oggi Istanbul) del VI secolo e nella cupola di S. Pietro a Roma, costruita da Michelangelo nel XVI secolo. Ma fino alla rivoluzione industriale, cioè fino a che il ferro non fu disponibile in grandi quantità e a prezzi ragionevolmente bassi, queste esperienze non potevano essere generalizzate.
L’invenzione del cemento armato ha permesso la radicale trasformazione delle città contemporanee.
Ma questa è solo una parte del ferro e dell’acciaio usato nelle costruzioni. Già nel secolo scorso si era affermata e sta prendendo sempre più campo, un’edilizia che usa per le sue strutture quasi solamente acciaio: costruzioni tutte a base di travi e barre, di tubi tondi e sagomati, di lamiere di vario genere. Molte moderne costruzioni industriali, per uffici ma anche residenziali, vengono quindi fatte quasi tutte in acciaio.
L’acciaio è diventato l’elemento di base non solo nell’edilizia, ma anche nelle costruzioni in genere: basti pensare alle dighe per centrali idroelettriche, alle grandi piattaforme marine per l’estrazione del petrolio e del gas dal fondo al mare, ai viadotti, ponti stradali e ferroviari, ai grandi serbatoi di stoccaggio del petrolio, della benzina e di altri prodotti chimici.
Per quanto riguarda le strade di comunicazione, il simbolo del grande uso dell’acciaio è il grande Forth Bridge (ponte sul Forth) in Gran Bretagna, realizzato nel 1890 da Benjamin Baker (1840-1907) utilizzando 54.000 tonnellate di acciaio, una quantità enorme per quei tempi.
In acciaio potrebbe essere realizzato anche il ponte sullo stretto di Messina per congiungere Calabria e Sicilia. Sarebbe una delle maggiori imprese costruttive di questo secolo. L’ipotesi meno costosa prevedeva un ponte con una sola campata di 3.300 metri con struttura in acciaio, due torri di sostegno alte 380 metri, pure in acciaio, due carreggiate autostradali di tre corsie ciascuna ed una linea ferroviaria a doppio binario.
Sarebbero necessarie circa 300.000 tonnellate di acciaio, di cui 130-140.000 di travi e lamiere e 165.000 di funi. Si tratterebbe del ponte a campata unica più lungo del mondo, una volta e mezza del ponte di Akashi Kaikyō a Kobe-Awaji (Giappone), che è oggi il maggiore del mondo. Il costo stimato nel 1978 era di oltre 1.200 miliardi di lire; oggi probabilmente, va almeno triplicato.